La grande popolarità di S. Sebastiano, ricordato come terzo patrono di Roma e difensore della Chiesa, non è compensata da una sufficiente chiarezza della sua figura storica.
Secondo alcune leggende greche e latine, Sebastiano sarebbe di madre milanese e di padre romano - un funzionario imperiale della Gallia.
La tradizione cristiana presenta il giovane militare Sebastiano come coraggioso nella professione cristiana, astuto e deciso nella diffusione della fede, leale e fedele nell'esecuzione dei comandi, caritatevole nell'assistenza ai prigionieri e nella pia opera di sepoltura dei martiri.
Il più antico romanzo storico è la "Passio Sancti Sebastiani", scritta quasi certamente durante il pontificato di Sisto III (432 - 440), attribuita durante il Medio Evo a Sant'Ambrogio.
L'opera narra che Sebastiano, per essersi distinto tra i pretoriani di Massimiano, venne chiamato a far parte della guardia personale di Diocleziano, con il grado di ufficiale.
A Roma, godendo della fiducia dell'imperatore ebbe l'opportunità di frequentare le famiglie dell'aristocrazia romana, presso le quali svolse un'efficace ed instancabile azione di sostegno e conforto dei cristiani carcerati o condannati a morte.
Fra le numerose e prodigiose conversioni compiute da Sebastiano sono da ricordare quelle del Prefetto di Roma, di magistrati e ufficiali dell'esercito.
Scoperto mentre è intento a dare sepoltura al Quattro Coronati (i Santi Claudio, Nicostrato, Castoro e Simproniano), Sebastiano fu chiamato in giudizio e, dopo un processo sommario, venne condannato a morte mediante il supplizio delle frecce. Condotto fuori città dai suoi commilitoni, venne denudato, legato ad un albero e bersagliato dagli arcieri.
Quando, durante la notte, i cristiani si recarono nel campo per recuperare la salma e darvi sepoltura, si accorsero, con stupore, che Sebastiano era ancora vivo. Affidato alle cure di una nobile romana, Sebastiano riacquistò miracolosamente la salute. Appena di nuovo in forze, per testimoniare la propria fede, si recò nel tempio di Ercole dove l'Imperatore Diocleziano stava officiando un rito pubblico. Tratto in arresto, venne condotto all'Ippodromo del Palatino ed ucciso a bastonate, una delle forme più umilianti di pena capitale, usata solo per gli schiavi. Per impedire, poi, che il suo corpo venisse recuperato dai cristiani e fatto oggetto di vocazione, il cadavere venne gettato in una cloaca.
La stessa notte, però, il martire apparve in visione ala matrona Lucina e le indicò il luogo in cui giacevano le sue spoglie ("in cloaca illa quae est iuxta circum inveniens corpus meum"). Le ordinò, inoltre, di portarle nel cimitero della Via Appia e seppellirle presso le tombe dei S.S. Pietro e Paolo.
Non si conosce con esattezza l'anno del martirio che gli studiosi collocano presumibilmente tra il 303 e il 305 d.C..
San Sebastiano ebbe nell'antichità, nel Medio Evo fino al secolo XVI, un culto grandissimo in molte località del mondo occidentale che prevalentemente ne celebrò la festività il 20 Gennaio (giorno del martirio).
Anche in Oriente il santo militare romano fu molto venerato. La commemorazione era però collocata il 18 Dicembre.
Il centro principale romano di culto fu sulla Via Appia nel cimitero "ad catacumbas".
La fama del santo è particolarmente legata alla sua qualità di taumaturgo e protettore contro la peste, fama che condivise nel Medio Evo fino al secolo XVI con S. Antonio, S. Rocco e S. Cristoforo.
La spiegazione del perché San Sebastiano sia divenuto patrono dei Vigili Urbani d'Italia la troviamo nel Breve Pontificio del 3 Maggio 1957 con il quale Pio XII ha formalmente proclamato il santo martire "custode di tutti i preposti all'ordine pubblico che in Italia sono chiamati "Vigili Urbani".
Il Breve Pontificio così recita "Tra gli Illustri martiri di Cristo, i militari occupano un posto di primissimo piano presso i fedeli, per la loro peculiare religiosità e per l'ardente impegno a compimento del dovere. Tra questi brilla San Sebastiano che, come viene riferito dalla tradizione, durante l'impero di Diocleziano fu comandante della coorte pretoriana e fu onorato con grandissima devozione (omissis)……. a lui come patrono si consacrano molte associazioni sia militari che civili attratte dal suo esempio e dalle virtù cristiane (omissis)…. per cui dopo aver consultato la Sacra Congregazione dei riti, soppesata accuratamente ogni cosa, con consapevolezza e matura deliberazione, nella pienezza della nostra potestà Apostolica in forza di questa lettera costituiamo e dichiariamo per sempre San Sebastiano Martire custode di tutti i preposti all'ordine pubblico che in Italia sono chiamati "Vigili Urbani" e Celeste Patrono con tutti i privilegi liturgici, specialmente quelli che competono, secondo rito, ai Patroni (omissis)…. dato a Roma presso San Pietro sigillato col timbro dell'anello del Pescatore il 3 Maggio 1957, undicesimo del nostro Pontificato".
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Signore Iddio,
Tu che vigili il corso degli astri, ed ogni cosa disponi con soavità e con fermezza, nell'ordine della Tua Provvidenza, veglia su di noi, votati al servizio dei nostri fratelli.
Tu ci donasti, nella vita terrena, l'esempio luminoso di fedele obbedienza alle leggi di Cesare, di amorosa sollecitudine verso chi è debole, di infinito amore verso chi erra, di umile e faticosa operosità nel quotidiano lavoro.
Dio umanato, rendici degni di te, affinché la nostra giornata terrena sia degna anch'essa della missione a noi confidata.
Concedici, per intercessione di Maria, Madre Immacolata, di essere pronti a soccorrere chi ha bisogno di noi, esatti nel dovere, amanti della legge, fraterni con chi sbaglia, forti nell'intemperie, decisi contro chi offende la morale, la religione, la legge.
Così aiutando gli uomini nella loro dura quotidiana fatica, saremo suscitatori di concordia e di pace nella turbinosa vita che corre nel mondo.
E porteremo in esso l'eco gioioso dell'armonia dei cieli.
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